La musicoterapia per le vigne

Vino e Musica. Vigne di sfondo

Abbiamo parlato del binomio musica-vino, di come la musica con le sue note, reinterpretate come un design diverso, formino eterne geometrie e si armonizzino col vino.

Approfondiamo e facciamo un tuffo in questo argomento dalla natura più interessante e curiosa.
Nello specifico, vorrei parlarvi della musicoterapia come strumento di coltura delle vigne. Strumento che mi permetterà di narrare il vino in maniera ancora più coinvolgente e stimolante.

Gli effetti straordinari della musica

I primi studiosi del fenomeno sono stati due enogastronomi austriaci, Markus Bachmann e Thomas Koeberl i quali, osservando l’effetto della musica classica in cantina, hanno brevettato il progetto SonorWinesritenendo che la musica e particolarmente quella di Mozart abbiano effetti straordinari sul vino. Si è osservato come durante la fermentazione, l’esecuzione della Sinfonia n.41 renderebbe il vino “più buono e raffinato”. Il progetto è già attuato in alcune tenute che “nutrono” l’uva facendole ascoltare le composizioni non solo di Mozart ma anche di altri autori.

A suon di musica succede che…

I due enogastronomi hanno dimostrato come la musica faccia abbassare il valore dello zucchero mentre aumenta quello della glicerina provocando così un fenomeno chiamato mouthfeeling, dove il vino diventa più secco, più maturo, il sapore più tondo, ricco e denso.

La ricerca ha portato a stabilire che tutto ciò è dovuto all’effetto delle onde sonore che agiscono sul lievito durante il processo di fermentazione migliorando quest’ultimo e quindi rendendo il vino superiore. 

…l’uva diventi migliore 

Anche alcuni ricercatori dell’Università di Firenze in collaborazione con l’Università di Pisa hanno studiato il legame tra musica e natura con la volontà di affermare scientificamente come l’uva sia “migliore dove la vite ascolta la musica”. Nasce così nel 2008 il progetto Suono&Vigna.

Diversi viticoltori e distillatori applicano questa musicoterapia durante la fermentazione dei vini e dei distillati nelle botti. Un esempio ne sono le grappe firmate dalla distilleria dei Berta di Roccanivo a Casalotto di Mombaruzzo, che invecchiano cullate da musica classica e cromoterapia, che rendono il movimento delle molecole più armonioso

La musicoterapia in coltura

Non solo durante il processo di fermentazione ma anche durante la coltura, c’è chi accompagna con la musica la produzione del vino fin dal principio. Un esempio è il viticoltore Giancarlo Cignozzi, intervistato da La Repubblica come potete ascoltare a seguire, con la sua azienda vitivinicola Il Paradiso di Frassina. Insieme all’Università di Pisa e Firenze e con la sponsorizzazione dell’azienda americana U.S. Bose, hanno portato avanti la ricerca sulla valorizzazione del vino grazie all’accostamento della musica durante tutto il processo di produzione. La nota azienda di sound design ha fornito 53 diffusori – resistenti a qualsiasi agente atmosferico – posizionati 50 cm sopra la linea delle vigne e direzionati verso il basso. Il risultato ha visto la fogliazione aumentare e crescere in larghezza del 50%, mentre i grappoli sarebbero maturati in anticipo preservati da ogni tipo di parassita e muffa.

Risultato della ricerca, dove le piante sono sottoposte a stress sonoro, è il brevetto tutto italiano che racchiude i punti salienti dello studio: ad esempio il vigneto cresce maggiormente e con un anticipo di circa 15 giorni sulla data di maturazione permettendo di vendemmiare in un periodo tendenzialmente migliore, ed inoltre vi è la possibilità di ridurre l’uso di rame e zolfo senza intaccare la prosperità del vigneto. Si è anche notato come sia possibile annullare i trattamenti necessari per proteggere la pianta dagli attacchi di insetti e parassiti con la conseguenza di un notevole risparmio economico e soprattutto una maggiore salvaguardia dell’entomofauna utile presente nei vigneti.

Nel dettaglio, le piante sottoposte a stress sonoro presentano: 

  • una superficie fogliare e un contenuto in clorofilla maggiore unita anche ad un aumento dello spessore della lamina fogliare;
  • una maggiore efficienza nello scambio gassoso consentendo quindi una maggior resistenza ed adattabilità agli stress ambientali (siccità, eccessi di pioggia, vento);
  • una rilevante aumento di velocità di scambio di ioni potassio e calcio attraverso le pompe protoniche intracellulari che comporta un aumento della velocità di crescita di biologica della pianta; 
  • la pianta sottoposta a stress musicale raggiunge una maturazione corretta in termini di zuccheri, acidità e polifenoli, circa 10-15 giorni prima delle altre piante non sonorizzate, permettendo quindi di anticipare il periodo vendemmiale. Ciò consente di poter sfruttare di un periodo meteorologico tendenzialmente migliore (fine settembre anziché metà ottobre);
  • nella vendemmia oggetto di studio sono state effettuate vinificazioni separate di uve con suono e senza suono raccolte contemporaneamente. Le prime hanno prodotto un vino più ricco in antociani composti fenolici, grado alcolico e con un’acidità inferiore. Questo dimostra come le uve con suono erano già pronte al momento della vendemmia e quindi potevano essere raccolte anticipatamente. 

Musica e vino, insieme da tempo

Non recente è questa attenzione verso il connubio musica e vino. Infatti, molte ricerche hanno dimostrato come il suono a bassa frequenza non danneggi la struttura delle cellule bensì aumenti l’attività degli enzimi, la fluidità delle membrane cellulari, la sintesi del DNA e la sincronizzazione del ciclo cellulare (Lee, 1997; Wang, 2002). Diversi esperimenti sono stati condotti in Sud Corea e Cina tra il 1999 ed il 2001 per determinare la relazione tra l’esposizione delle piante all’energia del suono e la loro crescita oltre che la suscettibilità agli attacchi di insetti.

Grazie a questi studi sono molte le imprese viticole che hanno accolto le sperimentazioni biomusicali aprendo un percorso naturale a “dosaggio zero” sulla chimica e sulle manipolazioni genetiche.

Vino e musica sono sempre stati un abbinamento che ha stupito i palati dei degustatori e suscitato sensazioni agli ascoltatori, continuiamo a scoprire i gusti musicali del vino.

13 Replies to “La musicoterapia per le vigne”

  1. Che meraviglia! Complimenti per l’articolo!

  2. Articolo pazzesco, complimenti!

  3. Articolo molto interessante

  4. Articolo molto interessante!

  5. Wow è una bella cosa! Non ne ero a conoscenza

    1. Veramente interessante, non ne ero a conoscenza prima!

  6. Fra tutto gli articoli che ho letto fino ad ora, questo è il più interessante, complimenti veramente.

  7. Articolo interessantissimo! Ascoltare musica è terapeutico e a quanto pare anche per le piante! Che meraviglia!

  8. Articolo molto bello e video fantastico!

  9. Articolo decisamente interessante! Sono pazzeschi i benefici della musica sulla pianta.

  10. molto interessante

  11. Che bell’articolo! Complimenti!!!

  12. Francesco Pavone dice: Rispondi

    Buona musica e soprattutto buon vino🍷

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