Le note: eterne geometrie

Musica, un design diverso, in armonia col vino.

Credo fortemente come la musica possa essere la nostra quotidiana e migliore compagna in ogni piccola avventura, triste o gioiosa che sia.
Credo fortemente al fatto che la musica è un’eterna geometria, nello spartito, nelle note, nel suono. 
E credo fortemente che la musica possa narrare il vino in maniera ancora più coinvolgente e stimolante.

Conoscere e comprendere il binomio musica-vino porta all’articolazione di due vie: la prima, come l’ascolto della musica possa contribuire a rendere unica l’esperienza di degustazione; la seconda, come la musica possa essere utilizzata come terapia e strumento di coltura delle vigne.

Melodie per esperienze uniche

Nel primo caso, alcuni studi hanno constatato come l’ascolto della musica ha effetti sul gusto che si prova sorseggiando del vino. Le teorie si basano su come l’ascolto di melodie stimoli alcune zone del cervello che a loro volta hanno effetti e influenze sulla percezione del gusto mentre si beve vino. 

In merito a ciò, il professore Adrian North dell’Università di Edimburgo ha affermato durante i suoi studi che “è ampiamente riconosciuto all’interno della comunità scientifica che la musica influenza il comportamento. Tuttavia, questa è la prima volta che è stato scientificamente provato che la musica riesce ad influenzare la percezione e cambiare il modo di degustare il vino”.

A seguito di questi studi, è stata elaborata una “carta musicale dei vini” accostando le etichette a brani che spaziano dal genere classico a quello rock. 

Curiosità: per valorizzare la degustazione del vino, si sta valutando la possibilità di inserire sulle etichette delle bottiglie, le istruzioni per la scelta della migliore colonna sonora. Così da conferire all’assaggio l’atmosfera ideale per elevare i sapori e gli aromi del vino stesso.

Musica e vino: un legame per nuovi, magici momenti

Il secondo caso, invece, ha una natura più interessante e curiosa. 
I primi studiosi del fenomeno sono stati due enogastronomi austriaci, Markus Bachmann e Thomas Koeberl che hanno studiato l’effetto della musica classica in cantina ed hanno brevettato il progetto SonorWines. Hanno dimostrato come la musica faccia abbassare il valore dello zucchero mentre aumenta quello della glicerina provocando così un fenomeno chiamato mouthfeeling, dove il vino diventa più secco, più maturo, il sapore più tondo, ricco e denso. 
La ricerca ha portato a stabilire che tutto ciò è dovuto all’effetto delle onde sonore che agiscono sul lievito durante il processo di fermentazione migliorando quest’ultimo e quindi rendendo il vino migliore. 

Anche alcuni ricercatori dell’Università di Firenze hanno studiato il legame tra musica e natura con la volontà di affermare scientificamente come l’uva sia “migliore dove la vite ascolta la musica”. Nasce così nel 2008 il progetto Suono&Vigna.

Diversi viticoltori e distillatori applicano la musicoterapia durante il processo di fermentazione dei vini e dei distillati nelle botti e anche durante la coltura. 

Un legame che dura una vita

Non recente è questa attenzione verso il connubio musica e vino. Infatti, molte ricerche hanno dimostrato come il suono a bassa frequenza non danneggi la struttura delle cellule bensì aumenti l’attività degli enzimi, la fluidità delle membrane cellulari, la sintesi del DNA e la sincronizzazione del ciclo cellulare (Lee, 1997; Wang, 2002). Diversi esperimenti sono stati condotti in Sud Corea e Cina tra il 1999 ed il 2001 per determinare la relazione tra l’esposizione delle piante all’energia del suono e la loro crescita, oltre che la suscettibilità agli attacchi di insetti.

Approfondiremo oltre come il mondo vitivinicolo si lega indissolubilmente alla musica, la quale rappresenta per me un movimento verso la leggera e vellutata ricerca della bellezza…con le sue eterne geometrie.